35° ARCOBONSAI | 24 – 26 settembre 2021
Si è tenuto ad Arco (TN) il XIX Trofeo ArcoBonsai, che ha visto dopo tanto tempo, causa pandemia, la possibilità di avere a confronto:
Istruttori e Club bonsai di tutta Italia
Dimostrazione di scuole bonsai
Mostra e Convention UBI ed IBS per il suiseki
Mostra e Convention UBI ed IBS per il bonsai
A dare enfasi a tutto questo, il fatto che UBI ed IBS erano congiunte e patrocinanti la manifestazione. Dopo la lunga attesa, un grande successo di pubblico e partecipanti. Questo grazie al club di casa ARCOBONSAI, che in questa occasione è arrivato alla 35° manifestazione, un grande traguardo, con la speranza di un prosieguo in tale senso.
Ricca la partecipazione di espositori di: bonsai, suiseki ed accessori e materiali per la lavorazione di entrambe le arti.
Ringrazio chi, pubblicando foto e materiale su Facebook, ci ha reso possibile essere onnipresenti alla manifestazione.
Luciana Queirolo
Un programma ricco di interesse ha caratterizzato questa tre giorni con conferenza di alto livello come contenuti, sia per il bonsai che per il suiseki. Prima fra tutte la Conferenza di Massimo Bandera:
“Le emozioni del bello nel piacere dello YAWARAKE dei suiseki e dei bonsai“
Le emozioni del bello nel piacere dello YAWARAKE dei Suiseki e dei Bonsai
Nella tradizione giapponese esiste un’esperienza che indica l’uso di una serie di accorgimenti per creare un certo effetto o una certa atmosfera, fuzei wo megurashite. Il termine fuzei è composto da fu che significa vento, aspetto, aria, tendenza, stile, tono e zei che significa passione, sentimento, emozione. Il significato della frase indica un aspetto, un’atmosfera o addirittura un certo gusto velato di fascino dotato di una certa emotività, come se questo aspetto, legato alla pietra e il paesaggio avesse il potere di agire sull’emozione umana. Omoshiroshi significa interessante, con una accezione di incantevole o attraente, cioè con la capacità di stimolare una percezione emotiva, che era uno dei grandi ideali estetici aristocratici dell’epoca Heian, cioè quando arrivò in Giappone la cultura cinese. Questo ideale estetico indica uno spazio lasciato a giudizio personale, alla creatività. Il non distaccamento diventa un valore soggettivo che rimane come prassi tradizionale. La frase waga fuzei wo megurashite significa esercitando il proprio gusto, un aspetto che indica la raffinatezza estetica di queste arti.
Con il termine YAWARAKE in giapponese indica in modo docile, ricettivo, con toni smorzati. È un termine che esprime con efficacia l’atteggiamento che deve avere l’artista nei confronti sia della natura, dalla quale trae ispirazione, che dalla propria opera. Da questo atteggiamento nascerà spontaneamente una forma armoniosa. Questo aspetto chiarisce molto un lato della semplicità che si incontra nell’arte giapponese, con questo tono smorzato ma non minimalista, che mantiene sempre un occhio di riguardo per la natura come cosa più bella.
Il filosofo Takeshi individua nella vera bellezza giapponese vari tipi: una vigorosa e robusta legata al samurai Goken, una bellezza elegante e raffinata Yuuga della corte di Kyoto ed una bellezza profonda e misteriosa Yuugen legata ai monaci zen.
Nei giardini zen compare questo valore che introduce i segreti interiori della natura e dell’esistenza umana. Lo scenario ci eleva a composizioni astratte di volumi, spazi, tessiture e ritmi. Le rocce ci comunicano significati simbolici di grande profondità e
Nell’età moderna in Giappone, Kin-dai, si formano nuovi stili che si identificano come realismo, naturalismo, Umanesimo, Esteticismo, ecc., movimenti che porteranno alla letteratura moderna e usciranno dalla classicità. Dalla restaurazione Meiji del 1868 in avanti assistiamo all’apertura del Giappone all’Occidente che originariamente era inteso come l’America, e all’assorbimento dei canoni estetici d’oltreoceano, con l’introduzione delle concetto d’autore che hanno assunto gli artisti giapponesi. Il Giappone dell’epoca Meiji adotta questa corrente europea, e già dopo la seconda guerra mondiale nel contenuto della lingua nazionale si espressero i valori del Bungaku (pura letteratura) e Gei-jutsu (estetica) secondo l’interpretazione europea ottocentesca basata sull’immaginazione creativa dell’io individuale (autore). Nello stesso tempo spariscono i legami con la cultura cinese. Questa situazione motivata dalla politica post guerra ricorda la bipolarità dell’esteticismo giapponese classico del Masuraobi. La nuova democrazia pacifica del 1946 ha soppresso lo spirito Yamato. Solo in epoca contemporanea, Gen-dai, i Giapponesi si sono resi conto che l’estetica occidentale non arrivava dall’America ma dall’Europa, e il rapporto tra la modernità occidentale ed il substrato sociale giapponese porta ai contrasti ed alle crisi estetiche tipiche dei nostri tempi: troppe modernità portano alla crisi di rigetto e fanno riscoprire la costellazione dei valori estetici della cultura giapponese classica che non è basata sulla Teoria dell’arte occidentale.
Nei fenomeni più recenti i valori estetici occidentali ed orientali hanno trovato fonti di ispirazione congiuntamente alle sperimentazioni artistiche mondiali, alla ricerca della bellezza universale. Zen-ei-geijutsu, arte d’avanguardia, in Giappone è presente ma raramente è apparsa nel bonsai, è attiva soprattutto nelle arti della pittura e della calligrafia, nell’architettura, nel giardino, della poesia, nell’ikebana e nella ceramica. In Cina i percorsi artistici degli ultimi anni hanno iniziato a dare spazio alle avanguardie anche nel Penjing.
La mia idea di bonsai d’avanguardia, quando crea il bonsai, lo fa nel massimo rispetto della realtà della natura, rifuggendo dagli stereotipi e salvaguardando uno dei principi fondamentali dell’estetica giapponese: la natura non va imitata, ma si deve imitare il processo creativo che la stessa utilizza per creare. Immaginando di percorrere un viaggio nella natura, alla ricerca delle forme, delle materie, delle venature, dei colori e delle trasparenze che nascono dall’estetica naturale, troviamo la natura creatrice, grande madre, una maestra dalla quale impariamo il processo, cioè il metodo tecnico per raggiungere una bellezza che va oltre la forma degli alberi. In questo senso si va al di là di un puro concetto Giapponese, entrando nell’universalità dell’arte: la natura umana si è evoluta seguendo la bellezza fisica come scoprirono Charles Darwin e Sigmund Freud, e la bellezza dello spirito come sottolineò Carl Gustav Jung.
La bellezza del vuoto ci permette di scorgere l’eternità del silenzio: è il valore estetico Yohaku, il nulla è il tutto.
Massimo Bandera
- Interessante la conferenza di Marco Petruzzelli: “Pietre di contemplazione, naturali, modificate o scolpite”.
- La Conferenza di Luca Bragazzi: “Fisiopatologie delle piante”.
- La Conferenza di Sonia Stella: “Dimostrazioni di Sumi-e”.
- La Conferenza di Bonini e Cipollini: “La progettazione di una pianta per farne un bonsai”.
- La Conferenza di Silvia Orsi: “Una presenza discreta nel tokonoma – la pianta di compagnia”.
Per ultimo si è tenuto l’esame IBS per il suiseki da parte di Aldo Marchese, titolo tesi:
“Il Suiseki e le sue origini storiche, tra arte ed esposizione. La bellezza estetica nel Suiseki“
Considerazioni che hanno spinto un aspirante istruttore Suiseki a sostenere l’Esame IBS.
Un lavoro durato 13 anni. La mia passione per il Suiseki nasce da molto lontano, ma i consigli chiesti alle persone sbagliate e soprattutto la mia prima passione, il bonsai, mi portarono a concentrarmi su quest’ultimo a scapito del Suiseki.
Ma più i miei studi si approfondivano sul Kazari e più mi accorgevo come il Suiseki aveva una marcia in più rispetto al bonsai. Mi spiego meglio, al di là del fatto che è un’arte molto antica e praticata, esso riesce ad esprimere meglio i 62 elementi di estetica rispetto al bonsai.
Il fatto che evochi scenari paesaggistici aiuta moltissimo, rispetto ad un singolo albero, ma concetti di wabi-sabi, di patina, di mono no aware, yugen, sono più fruibili da parte dell’osservatore.
Circa tredici anni fa incontrai colei che invece riesce ancora oggi a vedere oltre e con estrema pazienza si mise a costruire un progetto, prima con il club e poi con il sottoscritto, con l’obiettivo di creare il Suiseki in Calabria. La mia vecchia professione di formatore e l’amore per quest’arte contemporanea ha fatto il resto. Questo viaggio ha avuto un grande step nella preparazione dell’esame IBS.
Un grande impegno non dal punto di vista dello studio, che amo; ma dal fatto che l’IBS rappresenta il Gotha formativo/pratico del Bonsai e del Suiseki, non solo in Italia, ma anche in Europa. Un pool di professionisti, di cui farne parte oggi diventa un sogno. Studiare e studiare ancora sarà il mio verbo. L’esame e la sua preparazione è stata impegnativa, ma allo stesso tempo confrontarmi con persone e professionisti riconosciuti ha indotto un grande senso di responsabilità. Essere riuscito a rendere una tesi un confronto è stato per me un terreno fertile su cui poter spaziare nel concetto delle Verità, in un’arte molto discussa su cosa si può fare o meno. Argomenti di grande sensibilità su cui gli esaminatori hanno espresso un grande senso di saggezza a cui far riferimento per il mio futuro. Ora che faccio parte di questa grande famiglia di professionisti, spero di contribuire attivamente al buon nome del Collegio.
Aldo Marchese
I SUISEKI IN MOSTRA
dalla collezione di Akinori Tohara
I BONSAI IN MOSTRA
Per quanto riguarda il bonsai oltre alle premiazioni UBI, sottolineo il Trofeo IBS Istruttori per il Bonsai, che ha visto vincere Francesco Santini, con la lavorazione di un Cipresso.
premiazioni UBI e menzioni di merito
Articolo redatto con la partecipazione congiunta di: A. Marchese – L. Queirolo – C. Scafuri © RIPRODUZIONE RISERVATA
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