Quando il riconoscimento è d’obbligo. Giovanni Genotti
Dopo un lungo periodo alquanto travagliato, alternato da periodi di enormi restrizioni (in primis) sociali, a sporadiche, apparenti e temporanee aperture, si spera finalmente di poter tornare a vivere la pienezza degli eventi aggregativi che sono alla base della nostra cultura associazionistica, e fondamentali per la necessaria prosecuzione delle nostre passioni.
C’è voluto oltre un anno dai primi contatti allacciati con le principali associazioni al fine di portare a termine un progetto a noi particolarmente caro, e siamo qui oggi per trarre le conclusioni di una iniziativa che siamo certi abbia suscitato forti emozioni, sia a chi il riconoscimento lo ha ricevuto, che ai tanti che hanno partecipato tra incredulità e gioia nel rivedere nuovamente in un’occasione pubblica il Giovanni Genotti, caro a moltissimi appassionati.
Siamo riusciti così a dimostrare – attraverso un gesto concreto – la stima e l’affetto ad una persona che attraverso gesti, opere, testi ed azioni, ha dedicato la propria vita a diffondere, grazie al bonsai, le arti giapponesi in Italia, quando questo era solo un vocabolo scevro di significati.
Per noi, assegnare un tangibile cenno di riconoscenza al Prof. Genotti per tutto quello che nella sua vita ha fatto, aprendo di fatto la strada a tutti coloro che oggi percorrono la via del bonsai, è stata una soddisfazione enorme che ha toccato il nostro animo e di tutti i presenti.
Sponsorizzare la targa è stato per noi un onore, ma ancor più avere l’avallo da parte delle più importanti associazioni nazionali/internazionali, a conferma della stima dimostrata e dall’enorme valenza del gesto. In questo momento di estrema frammentazione e difficoltà l’importanza di questo umile gesto, a nostro parere, è stato un segnale meraviglioso di avvicinamento ed amicizia, azione che dovrà essere replicata a definitiva conferma dell’unione di intenti verso il riconoscimento delle figure che hanno fatto sì che in Italia si sviluppasse una sana passione ispirata da dettami culturali così lontani dai nostri.
L’evento del XXIII Congresso IBS tenutosi a Rivoli (TO) nelle giornate del 1/3 Aprile, iniziativa che ha visto altri segnali di riavvicinamento e distensione, sarà ricordato per l’intervento di un grande uomo, un padre fondatore del bonsai a cui simbolicamente è stato donato il
“kokoro”
心
kanji che rappresenta la fusione del cuore, della mente e dello spirito, centro dei sentimenti che accomuna quanti amano il Bonsai, il Giappone e tutte le arti nipponiche.
La targa, ed in particolare l’opera calligrafica in essa contenuta, è stata realizzata da Patrizia Fallani – praticante di Shodō, nonché allieva tra le più talentuose e famose del Maestro Norio Nagayama. Lo studio del kanji e dei suoi profondi significati, unitamente alla sensibilità dell’artista, ha portato alla realizzazione di un’opera incredibilmente espressiva, dotata di sopraffina intensità ed energia, opera la quale siamo stati ben felici di poter commissionare e donare al Prof. Genotti che, con un suo pensiero, ha voluto evidenziare alcuni aspetti della manifestazione e del riconoscimento che riportiamo testualmente:
“Carignano aprile 2022.
Apro questo mio pensiero, ringraziando tutti quelli che hanno organizzato l’incontro fra club e amatori delle varie associazioni italiane, svoltosi il 3 e 4 aprile a Rivoli, per esporre i loro bonsai ed in particolare il club di Rivalta e Giorgio Castagneri.
Splendidi esemplari di moltissime specie, risultato di un lavoro costante e mirato degli amatori, erano esposti secondo canoni del Tokonoma giapponese e ognuno ha avuto da parte del giudice spagnolo Sig. Andres Alvarez Iglesias, un commento costruttivo.
Erano circa 80 bonsai, esemplari sia della nostra flora che di quella giapponese, che rendevano ricca la mostra. Prevalevano le conifere, anche se numerose caducifoglie sono state apprezzate per la loro ramificazione ancora quasi spoglia.
Potrei raggruppare gli esemplari esposti in tre gruppi: il primo formato da piante ancora totalmente posizionate con tutori, il secondo da quelle parzialmente libere e le restanti, prive di ogni sostegno e perciò aventi ormai la loro personalità.
La forma impostata al primo gruppo, non è ancora propria della pianta e a mio avviso, rappresenta un bonsai apparente, già commerciabile, ma non ancora accettato dall’amatore.
Al secondo, quelle parzialmente libere, appartengono piante che diventeranno veri bonsai quando il tempo permetterà il raggiungimento di un proprio equilibrio.
L’armonia raffinata del terzo gruppo è continuamente rinnovata, ma sempre equilibrata, nell’alternarsi di spazi vuoti e pieni che si formano con la via che scorre, nel mantenimento della forma.
Tornando alla manifestazione, sono stati premiati i tre migliori club in lavorazione e nell’occasione mi è stato consegnato, a nome delle Associazioni più importanti italiane ed estere (AIAS, IBS, NBSKE, UBI e BCI) un riconoscimento per essere stato uno dei promotori del bonsai in tutta Italia. Tale riconoscimento è stato proposto di ripeterlo periodicamente assegnandolo a coloro che hanno dato il maggiore contributo alla diffusione del bonsai stesso.
Concludo, augurando che ogni bonsaista, osservando il proprio lavoro, possa godere momenti di vuoto di personalità, che aiutano a partecipare alla crescita stessa dei propri bonsai e di sé stessi.
Un caro saluto,
Giovanni Genotti”
Ci teniamo a sottolineare le seguenti parole che rappresentano una vera e propria dichiarazione d’amore, dette da uomo – Giovanni Genotti – che non solo ha dedicato una vita all’arte bonsai ed alla sua diffusione, ma che può essere annoverato senza ombra di dubbio tra i veri padri del bonsaismo in Italia:
Il bonsai ti conquista per l’armonia e l’equilibrio che sono propri della sua specie. Con le sue piccole dimensioni ti si avvicina e quasi chiede protezione. Con la sua annosità (reale o apparente) esprime la saggezza di chi ha conosciuto il trascorrere della vita, ti fa sentire piccolo e impotente. Con la sua armonia ti spinge all’autocritica, alla pazienza ed al rispetto di ciò che ti circonda.
Giovanni Genotti
Essere senza memoria vuol dire non avere né identità né futuro, invece noi vogliamo fragorosamente ricordare ed oggi più che mai, dobbiamo stringerci saldamente ai padri costituenti di quel bonsai fatto con pochi mezzi e tanto cuore.
La società moderna così “social”, incentrata all’apparenza e non alla sostanza, è costantemente proiettata al futuro; rischia di perdere il contatto col passato e con ciò che è stato.
Dimenticarci di chi ci ha preceduto, da dove si è partiti, significa perdere i valori fondanti che hanno reso possibile il presente di cui godiamo. Riconoscere questi meriti, è il primo passo fondamentale per fissare le coordinate di un percorso che è stato Storia, attribuirli ne è senz’altro il secondo.
Nel ringraziarvi per aver fatto sì che un’iniziativa intrapresa da due semplici persone potesse assumere tale importanza, per l’attenzione e per la fiducia concessa auspichiamo l’inizio di una prospera continua e fattiva collaborazione in questa iniziativa a noi così cara.
Emilio Capozza, Carlo Scafuri
foto in copertina © Francesco Santini
Ricordo, con tanta nostalgia, il primo “Corso base Bonsai”, organizzato dal neonato BONSAI CLUB MARTESANA nell’anno 1989 e tenuto dal Prof. Genotti che, con grande maestria e pazienza, ha insegnato i primi rudimenti della “Bonsai Do “ a un numeroso gruppo di giovani che si avvicinavano a quest’Arte.
Molta acqua è passata sotto i ponti del Naviglio Martesana e la mia Do si è evoluta in “Suisekii Do”, ma non potrò dimenticare quelle lezioni impartiteci “ col cuore, la mente e lo spirito “
Ringrazio i promotori di questa iniziativa anche per aver sintetizzato nel kanji Kokoro ,che illustra la targa, lo spirito del Professor Giovanni Genotti.