Tree root scholar’s stone

Tree root scholar’s stone

Forse, niente di così subliminale od essenziale ed armonico, nei nostri approcci all’uso delle radici; ma una certa ricerca estetica o formale, sì: riconoscere forme significative è un buon allenamento, per la nostra fantasia e gli amanti della pietra come noi, ne sono sovente attratti.

Tra i letterati cinesi e giapponesi, il legno di radice naturale fu altamente valutato sia per usi pratici, quanto come visualizzazione delle forze naturali dell’energia del qi/chi: spirito-respiro dell’Universo, racchiude nella forma di un piccolo paesaggio.

Chris Cochrane ci rese noto come Hideo Marushima (forse il primo storico del bonsai giapponese) abbia additato un groviglio di radici somigliante ad un’isola con picchi, come un possibile precursore del suiseki. In una (non più ndr) recente discussione su Internet Bonsai Association, poi, Chris riferisce di una pubblicazione: “Root Carving Art in China” (China Forestry Publishing House, 2004) in cui viene ripercorsa la storia della raccolta in Cina di radici artistiche naturali.

Nel 1982, durante la pulizia della tomba No 1 del stato di Chi, scavata a Nashan, un dipendente del museo locale in Jingzhou ha scoperto una radice solo modestamente lavorata risalente al periodo degli stati combattenti, tra il 340 ed il 270 aC – 2300 anni fa. Ha sembianze di animale a quattro zampe con testa di tigre, corpo di drago e coda di coniglio (un Bixie); il suo aspetto è molto dinamico ed il colore, semplice ed elegante. Numerose pubblicazioni sulle rocce dello studioso contengono immagini di antiche radici di legno artistiche.

Radice di cedro, legno molto antico, nel keidai 境内(recinto) nei pressi del santuario Koyasan Yakushi-do di  Mondoyakujin.  Radice (根) come “Sopravvivenza dell’anima (延命魂),questa guardiana della nostra Dahishi-do, da 800 anni raccoglie le preghiere per una vita lunga e dignitosa; buona fortuna nel soggiogare le disgrazie, sicurezza per la famiglia, per una buona convalescenza dopo la malattia … nel tempio, vengono offerte benedizioni anche per le nostre automobili ☺ ed adempimento dei nostri desideri.
Koyasan è costituito da una serie di templi e pagode. E’ circondato da una fitta foresta di cedri maestosi. La zona, conosciuta come Okuno-in (Santuario interno), è un vasto cimitero che ospita anche i mausolei di numerosi personaggi famosi giapponesi.

Sono molti gli amici appassionati delle pietre o non, che ne praticano la raccolta. Il nostro socio AIAS, Mario Ferrari, seguendo l’armonia del suono e la corrispondenza con il termine Suiseki, ha battezzato queste forme naturali di legno: Radi-seki. Un italianissimo radi-ce associato ad un giapponese seki: Radice Pietra … mmmhhh …  ma, in verità, il termine calza più di quanto di possa pensare: in cinese, di radici di legno (che credo si chiamino in Cina: Gang yi) Kemin Hu, nel suo ultimo libro, ne mostra alcuni esemplari, descrivendoli come: “Tree root scholar’s stone”… Sì, perché in Cina, il legno antico artistico è apprezzato quasi quanto la pietra e da migliaia di anni.

Abbiamo iniziato parlando del Giappone; guardiamo allora, per un attimo, al Giappone con gli occhi ed il sentire di Nadine Fourrè, nuova amica francese del forum del Napoli Bonsai Club, squisita artista di opere naturali di pietra & legno.

“L’artista guarda il momento magico in cui curve e contro-curve coincidono con precisione, in cui forze, volumi, forme e materiali si armonizzano esattamente.”

 Senza peso

“Arte galleggiante, giardini pensili, meccanica celeste che sembrano sul punto di rompere con la gravità”
“Spiritualità di materiali nobili che trasmettono la rassicurante presenza degli spiriti della natura nel seno della casa.”
“Arte della suggestione, che l’artista rettifica, nuance e poi scompare, lasciando sempre un elemento di non-parole, un passaggio verso l’immaginario”
Nadine Fourrè

Forse, niente di così subliminale o essenziale ed armonico, nei nostri approcci all’uso delle radici di legno; ma una certa ricerca estetica o formale sì: per la nostra fantasia, è un buon allenamento nel riconoscere forme significative.

Un “relitto” portato dal nubifragio
Antico legno cinese in forma di fungo Ling zhi.

Il termine cinese Ling zhi (Reishi in giapponese) significa ”pianta-erba del potere spirituale” e viene anche definito ”fungo dell’immortalità”. Nei tempi antichi, infatti, il Ling Zhi era considerato l’elisir in grado di far vivere per sempre e di riportare i morti alla vita.

In Asia tale fungo (Ganoderma Lucidum) viene utilizzato da oltre 4000 anni nella medicina tradizionale cinese: pare sia il più antico fungo al mondo utilizzato come medicinale. Il fungo Ling zhi si trova frequentemente raffigurato nell’arte cinese antica ed a tutt’oggi esso è simbolo di vita eterna; augurio di vita felice ove “tutto va per il meglio, il paese è prospero e la gente vive in pace” etc
Legno rielaborato dall’uomo: grande importanza ebbe l’intervento umano ispirato dalle forme naturali del legno
Scettro imperiale Ruyi di bosso, a figura di Lingzhi, forse appartenuto all’Imperatore Yongzheng.  Egli fu grande appassionato di opere naturalistiche semplici ed eleganti e questo scettro sembra come appena raccolto nel bosco, tanto l’intagliatore ha saputo assecondare e valorizzare la nodosità del bastone.

La parola (Ruyi如意) si identifica con l’espressione “Secondo i vostri desideri”.  Lo Ruyi, considerato uno degli Otto Tesori, fu uno scettro che rappresentava il potere e l’autorità. In origine, era una corta spada utilizzata per l’auto-difesa.

Ad oggi, ritroviamo opere magnifiche realizzate a due mani (natura, uomo) ove figure e radice naturale si fondono in maniera talmente armoniosa, tanto da dubitare di poter distinguere dove finisca l’opera di una ed inizi l’arte dell’artista. 

Porta pennelli. Scholar’s_brush_washer del 17° secolo, fungo lingzhi essiccato e laccato
Dinastia Quing, 18° secolo

Luciana Queirolo © RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 Comments

  1. ces racines trouvées dans le lit des rivières m’ont toujours procurées des sensations fortes depuis mon tout jeune âge, comme les pierres, la nature fait des choses extraordinaires et nous procurent des sensations très fortes . Merci la nature, merci à ceux qui nous font partager ces sentiments .

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